Navelli:uno dei borghi più belli d'italia
Un vento di storia, tradizioni e sapori
Un vento di storia, tradizioni e sapori
Un piccolo accenno di storia
Nel cuore dell’ Abruzzo, in provincia dell’Aquila, una suggestiva cornice paesaggistica racchiude, tra il versante meridionale del Gran Sasso e la valle del fiume Aterno, due borghi: Navelli e Civitaretenga, dall’800 riuniti nell’unico comune di Navelli.
L’origine del nome non è nota.
Secondo alcuni deriverebbe dal termine di origine longobarda ''nava'', cioè “conca”, “affossamento”, dalla depressione del terreno in cui si trovava il primo insediamento.
La tradizione popolare difende invece un originario ''Novelli'', dall’unione in un unico castello di nove ville, diventato Navelli dopo la partecipazione degli abitanti alle Crociate in Terra Santa, come ricorda lo stemma del paese.
I primi nuclei abitati di Navelli risalgono al VI secolo avanti Cristo, sul colle di Incerulae e su quello di Benateru, a nord e a sud rispetto alla vallata che tutt’oggi il paese domina da 760 metri di altezza.
Le popolazioni del posto che, in seguito, si fusero con i Romani e con i Longobardi erano i Vestini.
Fu tra l’VIII e il X secolo, in pieno Medioevo, che i villaggi allora detti Le Cerule si fusero formando un nucleo abitato unico, Navelli.
Sede di un prestigioso monastero e di un castello, la piccola Navelli godeva di grande importanza politica al tempo.
Nel 1269, partecipò alla fondazione dell'Aquila venendo ricompreso nel quarto di Santa Maria e ricevendo un locale che rimase, tuttavia, inizialmente inedificato.
In questo periodo, la famiglia Santucci, cominciò nella piana la produzione dello zafferano che divenne in poco tempo una delle principali economie della provincia dell'Aquila.
Per tutto il XIV secolo, Navelli guadagnò prestigio ed importanza, beneficiando della sua posizione lungo la Via degli Abruzzi che garantiva i commerci tra Firenze e Napoli.
L’età moderna non fu molto felice, per il piccolo borgo: la peste, i terremoti e le guerre falciarono la sua popolazione che non riprese mai più i numeri di prima.
Tra XIX e XX secolo, l’industrializzazione della vallata sottostante e il predominio dell’Aquila portarono a ulteriori migrazioni.
Oggi, a dirigere la preziosa “nave” di Navelli verso una nuova era di turismo, sono rimasti appena 500 abitanti … che però sanno benissimo come valorizzare, giorno dopo giorno, il proprio territorio.
I primi nuclei abitati di Navelli risalgono al VI secolo avanti Cristo, sul colle di Incerulae e su quello di Benateru, a nord e a sud rispetto alla vallata che tutt’oggi il paese domina da 760 metri di altezza.
Le popolazioni del posto che, in seguito, si fusero con i Romani e con i Longobardi erano i Vestini.
Fu tra l’VIII e il X secolo, in pieno Medioevo, che i villaggi allora detti Le Cerule si fusero formando un nucleo abitato unico, Navelli.
Sede di un prestigioso monastero e di un castello, la piccola Navelli godeva di grande importanza politica al tempo.
Nel 1269, partecipò alla fondazione dell'Aquila venendo ricompreso nel quarto di Santa Maria e ricevendo un locale che rimase, tuttavia, inizialmente inedificato.
In questo periodo, la famiglia Santucci, cominciò nella piana la produzione dello zafferano che divenne in poco tempo una delle principali economie della provincia dell'Aquila.
Per tutto il XIV secolo, Navelli guadagnò prestigio ed importanza, beneficiando della sua posizione lungo la Via degli Abruzzi che garantiva i commerci tra Firenze e Napoli.
L’età moderna non fu molto felice, per il piccolo borgo: la peste, i terremoti e le guerre falciarono la sua popolazione che non riprese mai più i numeri di prima.
Tra XIX e XX secolo, l’industrializzazione della vallata sottostante e il predominio dell’Aquila portarono a ulteriori migrazioni.
Oggi, a dirigere la preziosa “nave” di Navelli verso una nuova era di turismo, sono rimasti appena 500 abitanti … che però sanno benissimo come valorizzare, giorno dopo giorno, il proprio territorio.
Il piccolo borgo abruzzese che ha conquistato negli ultimi anni la targa di
“Borghi più belli d’Italia”, storicamente centro agricolo e pastorale, è conosciuto per la produzione dello zafferano dell'Aquila DOP e dei ceci , diventati prodotto Slow Food.
Zafferano
Ceci
Crocus Sativus
''Mitico, umile, splendido fiore.
Racchiudi nel tuo piccolo seno tutto l'amore, la fantasia, il calore della madre terra.
Rosso: il colore del sole all'alba e al tramonto;
Giallo: le bionde messi alla calura d'agosto;
Violetto: gli aspri pendii all'ora che volge al desio
Io ti amo, e in te mi riconosco''.
19 Dicembre 1992
Dalla raccolta ''A come amore''
RENZA GIULIANI
Il cece di Navelli
Il Cece di Navelli è piccolo proprio come il borgo che lo ospita.
Nel mese di Ottobre la campagna si colora di viola grazie ai fiori dello zafferano, prodotto ormai celebre in tutta la penisola, ma in questa conca naturale c’è anche un’altra coltivazione che è stata fondamentale per l’economia, la storia e la sussistenza della comunità: quella del cece.
LA SAGRA DEI CECI E DELLO ZAFFFERANO
L'evento che vede protagonisti i due prodotti per eccellenza del borgo, da ben 44 edizioni:
oltre alla cucina di piatti allo zafferano o ai ceci locali, la sagra permette anche l'acquisto di altri prodotti del luogo ed è arricchita da manifestazioni di contorno sportive e culturali.
Dai più piccoli alle persone più anziane, tutti in vista della sagra, la quale ha luogo sempre il fine settimana dopo Ferragosto, si mettono a lavoro, aiutando in ogni singolo campo affinché tutto possa riuscire al meglio.
La manifestazione,
nel corso degli anni, si è arricchita ulteriormente con il ‘PALIO DEGLI ASINI’, giunto in quest’estate 2022 alla 40°edizione.
Nato ben 40 anni fa come imitazione di quello che è il famoso Palio di Siena, il Palio degli asini di Navelli ancora oggi ha vita ed ospita, ogni anno, migliaia di spettatori da tutto il mondo.
Il palio inizia attorno alle 17 della domenica pomeriggio: si parte con una corteo per le vie del paese dove a sfilare vi sono gli sbandieratori, le coppie gareggianti le quali indossano gli abiti tradizionali con i colori delle otto contrade che devono sfidarsi e soprattutto ci sono anche tantissimi bambini (e anche molti adulti) che indossano il tipico abito da ‘’cecetto\a’’.
Una volta giunti nel terreno dove la gara ha luogo, ogni asino con la sua scudiera e il suo Asinaro, si preparano ad affrontare la ‘’gara’’.
Nel corso del gioco, dove le scudiere cercano sia di fermare gli altri giocatori sia di portare avanti il proprio asino e Asinaro, ovviamente è proibito qualsiasi uso di violenza in quanto al primo posto viene sempre il benessere degli asinelli.
Una volta eseguiti 3 giri di campo, si decreterà il vincitore: ovviamente non mancheranno mai colpi di scena, molto simpatici, tra asinelli che si rifiutano di correre, asinelli che cambiano direzione o chi sin dalla partenza è inarrestabile.
La coppia vincitrice otterrà quella che è la ‘’coppa dell’asino’’.
Possiamo fieramente annunciare che la Sagra dei ceci e dello zafferano ha ottenuto a pieni voti il riconoscimento ufficiale come ''Sagra di qualità,,.
La cerimonia di consegna del marchio è avvenuta nel corso della giornata del 20 Marzo 2023
un salto nelle tradizioni locali
Oltre ai piatti tipici che vengono proposti nel corso della Sagra, a Navelli, vengono mantenute alte le diverse tradizioni.
Una tra queste è la tradizione della ''Panarda'', che ha luogo nel giorno della festività in onore di ''Maria S.S del Gonfalone''.
Originariamente la ricetta preparata in questi periodi di povertà
era quella dei tritoli.
Una ricetta che per la sua semplicità e povertà degli ingredienti veniva preparato sia nelle famiglie meno benestanti ma veniva anche offerto alla popolazione di Navelli durante la festa in onore della Madonna del Gonfalone.
I tritoli sono un tipo di pasta preparata con acqua e farina oppure uova e farina. Veniva lavorata la pasta con le mani e “stritolata” così da avere un tipo di pasta grattata che veniva condita a proprio piacimento.
Nel corso degli anni i tritoli sono stati sostituiti dalle pagnotte di pane.
Le donne di questa confraternita, una settimana prima della festa, aprono la “Casa della Madonna”, dove tutti i fedeli vanno a fare visita e portano farina o zucchero per poter preparare i biscotti tipici che poi vengono a loro volta offerti ai fedeli che fanno visita alla “Casa della Madonna”.
I paesi di Navelli e Civitarentenga, hanno delle origini agricole, pastorali e poco elaborate ma i cittadini hanno sempre cercato di mantenere vive le tradizioni .
A quei tempi, quando veniva lavorato il maiale o l’agnello, non veniva mai buttato nulla.
Con tutti gli scarti, venivano preparati piatti poveri ma pieni di tradizione.
Sono piatti tipici del periodo di dicembre, gennaio quando si lavora il maiale o l’agnello nel periodo
pre-pasquale.
Tra le più famose, che venivano fatte anche a Navelli e Civitaretenga, troviamo:
Realizzato da Angela Marrone,
Pro Loco di Navelli,
in occasione del progretto di SCU- Servizio Civile Universale , anno 2022\2023:
''Il cibo come identità culturale:
l'Abruzzo e la sua cultura gastronomica''
Informazioni di contatto:
PRO LOCO DI NAVELLI
VIA DEL MUNICIPIO 31- 67020 NAVELLI (AQ)
0862 959158
prolocodinavelli@gmail.com